MARY G.
Mary G. era una femmina di grampo (nome scientifico Grampus Griseus) soccorsa all'età di appena un anno presso le acque del porto di Ancona, il 18 giugno 2005. La capitaneria di porto, alla vista della cucciola in compagnia della madre, ha chiamato la Fondazione Cetacea di Riccione, che è intervenuta immediatamente sul posto per mettere in salvo i due cetacei. Trasportati tramite apposite barelle e carictae nei mezzi, madre e figlia furono trasferite nella vasca di riabilitazione nella sede della Fondazione, che un tempo altro non era che il vecchio Delfinario, chiuso nel 2003. Dagli esami risultò che la femmina adulta era gravemente malata, ragion per cui perse l'orientamento allontanadosi, probabilmente, dal resto del branco: tre giorni dopo, infatti, morì a causa di un arresto cardiaco. La cucciola, chiamata in seguito Mary G. (G per grampo) continuò a lottare, ma vigeva l'urgente necessità di trasferirla in un luogo più idoneo alla riabilitazione. La struttura più vicina era il nuovo parco Oltremare di Riccione, inaugurato nel 2004 e ospitante tutti i delfini del vecchio delfinario.
Una fotografia di Mary G. e la sua mamma il giorno in cui vennero avvistate nel porto di Ancona. (©Fondazione Cetacea)
La riabilitazione di Mary G. continuò presso le vasche curatoriali del parco, nascoste alla visione del pubblico, in compagnia del volontari e veterinari della Fondazione e dell'intero staff del parco, che proveniva dai delfinari di Riccione e Cattolica. Non essendo ancora del tutto svezzata, alla cucciola di grampo venne somministrato un preparato nutriente costituito da latte e frammenti di pesce, selezionato e prescitto secondo le analisi attente dei veterinari e il parere di esperti. Mary G. imparò anche a nuotare, giocare e interagire grazie ad un attento lavoro di attenzione e cure parentali da parte degli addestratori, che cercarono in tutti i modi di replicare quello che la madre di Mary le avrebbe insegnato. Quando la riabilitazione di Mary risultò essere in gran parte completa grazie agli ottimi risultati rielvati nella sua salute, la cucciola fu tuttavia dichiarata non idonea ad un ritorno in male: le cause principali sono la perdita prematura della madre e la sua totale affezione all'uomo, che non le avrebbero permesso di sopravvivere in mare per un lungo periodo di tempo.
Nella prima foto: Mary G. assieme ad Achille nel 2010.
Nella seconda foto: Mary G. e Pelé nel 2009.
(©Leandro Stanzani)
La cucciola di grampo, perciò, avrebbe continuato a vivere a contatto con l'uomo. Il parco Oltremare risultò essere il luogo più idoneo per la sua crescita, tuttavia il passo successivo più importante era l'integrazione con il grande gruppo di tursiopi. La prima fase di integrazione di Mary riguardò la presenza di Pelé, la femmina più anziana del gruppo nonché matriarca e importante punto di riferimento sia per gli addestratori che per gli altri delfini. Nonostante Mary provenisse da una realtà diversa e parlasse un linguaggio diverso, Pelé sembrò accoglierla sotto la sua ala e questo fu un passo molto importante per poter procedere alle successive fasi.
Mary G. era una giovane delfina e questo lo si notava anche nelle sue relazioni sociali: oltre al tempo trascorso principalmente con Pelé, Mary G. si relazionò molto velocemente con i membri più giovani del gruppo: i suoi compagni di gioco preferiti erano Ulisse, Achille e, qualche anno più tardi, il piccolo Zeus.
Come per tutti gli altri delfini, anche Mary seguì un processo di addestramento e interazione con gli addestratori: alcuni salti che i tursiopi eseguivano quotidianamente durante gli spettacoli o sessioni di addestramento, furono ripresi anche a Mary G. : si trattò di comportamenti naturali che i delfini eseguono anche in natura per comunicare con i loro simili.
La salute di Mary, tuttavia, era tenuta costantemente sottocontrollo, in quanto vi erano stato qualche episodio di ricadute del proprio stato di salute.
Intorno a fine aprile 2012, la Fondazione Cetacea fece un sopralluogo a Oltremare per vedere Mary G. : da quanto testimonia Sauro Pari, presidente della Fondazione, lui e il suo team erano stati allontanati dal parco dopo aver reso partecipe il Ministero dell’Ambiente sul percorso d’integrazione del cetaceo. Tutto quello che, tuttavia, si notò di Mary G. in quel periodo fu una fotografia della giovane femmina in uno stato di preouccupante dimagrimento, che scaturì nelle associazioni animaliste un'esplosione di accuse contro la struttura. Al fine di favorire quelle che, con molta probabilità, erano le incessanti cure ed esami a cui Mary era sottoposta nell'ultimo periodo, fu preferibile per il parco un silenzio stampa, pubblicando dei ringraziamenti a tutti coloro che si stavano preoccupando realmente per Mary G.
Il 31 maggio 2012, ad un mese esatto dal sopralluogo della Fondazione Cetacea, fu annunciato il decesso di Mary G. L'autopsia eseguita sul corpo del giovane cetaceo evidenziò, in seguito, la presenza di un becco di calamaro nei bronchi dell'animale, che portò al decesso per setticemia.
Mary G. aveva un carattere e aspetto straordinario: come ogni cucciolo, era curiosa e vivace, simpatica e goffa, capace di regalare un sorriso alle persone. Coloro che hanno avuto la straordinaria fortuna di conoscerla, sia dentro che fuori dal parco, confermano quanto sia impossibile non sorridere alle straordinarie memorie che ci ha regalato.